Covid-19 è la tragedia che noi tutti conosciamo dal punto di vista umano. Con migliaia di morti. Questo Coronavirus rischia di essere anche una grande tragedia per l’economia del nostro Paese e delle nostre aziende. Ci pone davanti ad una sfida che però non si può perdere.
Le organizzazioni economiche internazionali, le associazioni di categoria ed i centri studi ormai pubblicano quotidianamente report che annunciano una recessione più o meno pesante, ma comunque una recessione. E’ quest’ultima situazione dunque che gli imprenditori si troveranno a fronteggiare.
E’ molto difficile descrivere degli scenari accurati, ma ciononostante gli imprenditori e gli amministratori di società devono prepararsi alla ripartenza, a quella che in questi giorni è chiamata fase 2, dopo la sospensione delle attività da ben più di un mese. Le imprese alla riapertura dovranno mettere in campo azioni definite almeno sotto i profili organizzativo, finanziario e gestionale.
Volendosi allora soffermare cronologicamente su questi aspetti sarà opportuno valutare la propria organizzazione le necessità di personale, la turnistica e flessibilità con l’approntamento degli opportuni ammortizzatori sociali: cassa integrazione ordinaria, straordinaria e cassa integrazione in deroga, tutti strumenti messi a disposizione dello Stato con l’ultimo Decreto “Cura Italia”. E l’utilizzo degli ammortizzatori sociali dovrà essere considerato alla luce delle relazioni industriali esistenti (accordi sindacali) e dei provvedimenti regionali integrativi per l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.
Dovranno essere messi in campo tutti gli opportuni accorgimenti al fine di riorganizzare la presenza dei dipendenti e collaboratori nelle aziende al fine di mettere in atto e consentire il rispetto di quanto previsto nei protocolli di contenimento del Covid-19 nei luoghi di lavoro. Così come ci si dovrà approvvigionare per tempo di un quantitativo sufficiente di dispositivi di protezione individuali (DPI) onde evitare fermi proprio nella fase di riavvio delle attività imprenditoriali. Si dovranno rivedere turni, calendario lavorativo (magari su 7 giorni) ed orari di lavoro, prevedendo forme nuove/diverse di coordinamento dei flussi di lavoro e della circolazione delle informazioni. Il remote working non potrà certo essere abbandonato per talune funzioni aziendali, ma dovrà anzi essere potenziato con un’accurata analisi costi/benefici organizzativi.
Le riorganizzazioni aziendali non possono mai prescindere però dalla disponibilità di liquidità. Ed allora gli imprenditori ed i CFO dovranno muoversi sui vari fronti disponibili con rapidità, ma sulla base della predisposizione di scenari alternativi. I Decreti governativi di questa fase di emergenza, non hanno solo previsto la possibilità di richiedere moratorie sui finanziamenti bancari e sui leasing in essere, ma hanno anche messo a punto meccanismi di garanzia per le banche che dovrebbero consentire un più semplice accesso delle imprese a forme di finanziamento e linee di credito. Le banche stesse, tramite il protocollo siglato con la loro associazione, si stanno muovendo per andare anche oltre gli strumenti legislativi e offrire liquidità alle imprese a condizioni speciali. In Lombardia è di ieri l’approvazione di provvedimenti di garanzia collaterale/complementare e che prevedono anche lo stanziamento di ingenti somme per consentire alle imprese di accedere alla liquidità bancaria necessaria a finanziare la ripresa.
Ed allora si capisce che lo sforzo manageriale-gestionale è uno sforzo molto importante. Perché imprenditori e manager sono già oggi chiamati a programmare la ripresa dell'attività, a disegnare scenari diversi corredandoli delle soluzioni organizzative e finanziarie più opportune. E questa attività deve essere fatta ora estendendola a tutti gli altri aspetti vitali dell’azienda (clienti, fornitori, rete vendita, logistica…), rimboccandosi le maniche…
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