La fine anno si avvicina e attente riflessioni debbono essere compiute da imprenditori, società e professionisti sulla possibilità di anticipare alcuni investimenti in beni strumentali nuovi. Il Credito d'Imposta Beni Strumentali, dopo il 31.12.2022, avrà infatti portata ridotta od addirittura sparirà (salvo proroghe legislative attualmente non presenti).
Il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali materiali e immateriali “ordinari” (ex L. 178/2020), salvo modifiche ad opera della prossima legge di bilancio o di altre disposizioni, è ormai agli sgoccioli, considerando il termine del 31 dicembre 2022.
Tale agevolazione, consiste in un credito d’imposta, genericamente pari al 6% del costo di acquisizione di beni strumentali nuovi (esclusi alcuni: autovetture, fabbricati e nei con ammortamento fiscale sotto il 6,5%) quando tali beni non abbiano le caratteristiche avanzate “Industria 4.0”.
Si ricorda che questa agevolazione (beni strumentali ordinari) è l’unica che può essere fruita dagli esercenti arti e professioni oltre che da imprese e società.
Allo stato attuale pertanto, dopo il 31.12.2022, non spetterà più alcun credito d’imposta su questi investimenti “ordinari”, a meno che sia avvenuta la cosiddetta “prenotazione” nel 2022.
Questa agevolazione, infatti, spetta anche nel caso in cui gli investimenti vengano effettuati nel termine lungo del 30 giugno 2023, qualora entro il 31 dicembre 2022 il relativo ordine acquisto venga accettato dal venditore e venga effettuato il pagamento di acconti in misura almeno pari al 20% del costo di acquisizione. In tal modo, infatti, si verifica la c.d. “prenotazione”, che consente ancora di fruire di questo credito d’imposta del 6%, per un semestre dopo il 31.12.2022.
Le sole imprese e società potranno invece continuare a beneficiare, in presenza delle specifiche condizioni richieste, del credito d’imposta per i nuovi investimenti in beni “Industria 4.0”.
È stata infatti prevista la proroga dei questa agevolazione dal 2023 al 2025 soltanto con riferimento a questi ultimi beni seppur con credito d’imposta ridotto rispetto a quanto in vigore per il 2022.
Infatti, se per gli investimenti effettuati nel 2022 (o nel termine più ampio del 30 giugno 2023 in caso di “prenotazione” entro il 31 dicembre 2022) il credito d’imposta spetta nella misura del 40%, 20% e 10%, rispettivamente per le quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro, tra 2,5 e 10 milioni e tra 10 e 20 milioni, per gli investimenti effettuati dal 2023 il credito d’imposta è riconosciuto nella misura inferiore del 20%, 10% e 5%.
Pertanto, fermo restando quanto innanzi esposto, la data del 31 dicembre 2022 assume una certa rilevanza anche per le agevolazioni riguardanti i beni “4.0”.
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