Con l'approssimarsi dell'epoca dei bilanci di S.r.l. e S.p.a. è utile capire quali siano le regole quando si intende distribuire l'utile dell'esercizio ai soci.
Il legislatore ha posto alcune norme tese alla conservazione del patrimonio aziendale e la tutela, così, di tutti i soggetti coinvolti.
Innanzitutto sono posti degli obblighi di accantonamento degli utili per la conservazione del patrimonio:
Ulteriori vincoli alla distribuzione dell'utile, possono essere ancora disposti dallo statuto della società o dalla assemblea dei soci, ad esempio:
Ulteriori limiti alla distribuzione degli utili netti finali sono posti dall'art. 2433 del Codice Civile:
“Non possono essere pagati dividendi sulle azioni, se non per utili realmente conseguiti e risultanti dal bilancio regolarmente approvato. Se si verifica una perdita del capitale sociale, non può farsi luogo a ripartizione di utili fino a che il capitale non sia reintegrato o ridotto in misura corrispondente. "
La distribuzione del dividendo è poi limitata:
Gli Amministratori, una volta rispettati tutti i limiti e vincoli esposti in precedenza, potranno riportare nella nota integrativa (del Progetto di bilancio da loro predisposto) la loro proposta di destinazione dell'utile di esercizio a dividendo ai soci.
E' con l'approvazione del bilancio di esercizio da parte dell'assemblea dei soci che nasce la possibilità di distribuire l'utile netto realizzato nel medesimo periodo amministrativo e se tale distribuzione è deliberata, il verbale di assemblea dovrà essere sottoposto a registrazione (entro 20 giorni) presso l'Agenzia delle Entrate con imposta fissa di 200 euro.
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